BULLISMO ISTITUZIONALE? SEGNALARE È UN DOVERE CIVILE

Segnalazione via pec all’AGCOM

Ieri il Ministero dell’Istruzione ha rilasciato un messaggio su fb, Telegram e sul sito con etichetta offensiva e discriminatoria “no Vax” per il personale della scuola che in pieno rispetto della legge si sottoporrà a tampone anziché vaccinarsi per ottemperare al decreto legge 111/21.

✔️Vi chiediamo di segnalare il messaggio sul canale Telegram MIUR, per farlo seguite queste istruzioni:

– unitevi al canale https://t.me/Miur_Social

– cercate il messaggio e dopo averlo selezionato cliccate su “segnala” – “violenza” e nelle note scrivete “bullismo istituzionale”

– dopo aver segnalato potete lasciare il canale se non interessati

✔️Potete anche segnalare il post Facebook: https://www.facebook.com/100924280069563/posts/1838934726268501/?d=n

Cliccando poi su “trova assistenza o segnala post” – “incitamento all’odio” per inviare la segnalazione a Facebook.

✔️Per chi ha PEC chiediamo di fare segnalazione al Garante delle Telecomunicazioni all’indirizzo denunce_ugsv@cert.agcom.it ricordando che è dovere delle istituzioni tutelare i diritti dei cittadini, come

da nostra pec già inviata stamani di sotto riportata.

I diritti vanno difesi ed il rispetto va preteso come richiede l’art.3 della nostra cara Costituzione!

Mai un passo indietro

Staff C.Li.Va. Toscana

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PEC CLIVA AL GARANTE DELLA PRIVACY

Il direttivo C.Li.Va. Toscana ha inviato ieri PEC ufficiale per sollevare la grave violazione della privacy contenuta nel decreto legge 111/2021:

“I protocolli e le linee guida possono derogare alle disposizioni per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità”.

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CORTOCIRCUITO GREENPASS

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In pieno Agosto, con il Governo che vara decreti legge a raffica e prolunga lo stato di emergenza mentre il Parlamento invece chiude per ferie un mese, assistiamo all’ennesimo fallimento del “progetto greenpass”. Annunciato come uno strumento in grado di garantire alle attività di rimanere aperte e ai cittadini di frequentare luoghi sicuri dal Presidente Draghi dopo neanche una settimana dall’entrata in vigore assistiamo a scenette difficilmente comprensibili e spiegabili. Il progetto greenpass sta fallendo: ha messo in crisi ogni settore coinvolto, dalle farmacie subissate di richieste di stampa di certificati ai gestori delle attività dove è stato inserito l’obbligo di certificazione per l’accesso e che chiedono a gran voce in fase di conversione in legge di stravolgere il testo del decreto originale.

Ma oggi non possiamo non parlare del dilettantismo con cui il Ministro dell’Interno Lamorgese sta cercando di mettere una pezza al decreto che il suo Governo ha scritto pochi giorni fa.

Se leggiamo il testo del decreto n. 105 infatti è scritto in modo evidente che il controllo della validità della certificazione verde è in carico ai gestori delle attività: “I titolari o i gestori dei servizi e delle attività di cui al comma 1 sono tenuti a verificare che l’accesso ai predetti servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni di cui al medesimo comma 1”. E per le modalità di controllo si rimanda al DPCM del 17 giugno secondo quanto previsto dalla legge 87 all’articolo 9 comma 10. Se apriamo il DPCM all’articolo 13 si fa riferimento a “la verifica delle certificazioni verdi è effettuata mediante la lettura del codice a barre bidimensionale utilizzando l’applicazione mobile descritta nell’allegato B”.

Come un gioco di scatole cinesi l’allegato B determina che l’applicazione ufficiale si chiama VerificaC19 (scaricabile gratuitamente da tutti sugli store degli smartphone) che, negli screenshot demo, recita chiaramente che “per completare la verifica è necessario confrontare i seguenti dati anagrafici con quelli di un documento di identità valido”.

Ma del resto era già chiaro che i titolari delle attività coinvolte nell’obbligo di greenpass dovessero controllare sia QR code che documento di identità, per i seguenti motivi:

1) All’articolo 13 comma 4 del DPCM 17 giugno (adottato nel DL 52 all’articolo 9 comma 10) troviamo infatti: “L’intestatario della certificazione verde COVID-19 all’atto della verifica di cui al comma 1 dimostra, a richiesta  dei verificatori di cui al comma 2, la propria identità personale mediante l’esibizione di un documento di identità”.

2) L’articolo 4 comma 2 punto f del Decreto legge n. 105 ricorda che non solo c’è una sanzione in caso di violazione di accesso senza greenpass a carico sia del Cliente e del titolare (come previsto dai precedenti decreti) ma è stata aggiunto che “dopo due violazioni si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da uno a dieci giorni”. Come può essere il titolare di un esercizio commerciale punito se non ha modo di verificare l’identità del QR code mostrato dal cliente? Se il gestore di un esercizio o attività è responsabile del controllo, con tanto di chiusura in caso di reiterata violazione, come può sapere se il codice mostrato è davvero di proprietà di chi lo mostra?

E invece sulla scia delle proteste dei gestori e delle associazioni di categoria assistiamo a un’imbarazzante dichiarazione del Ministro dell’Interno che, correggendo anche il sito delle FAQ del Governo durante la notte, informa tramite i giornali che “i titolari delle attività non chiederanno documenti” e che verrà emessa una circolare in merito. Siamo quindi di fronte a un cortocircuito totale: vengono emanati decreti legge a raffica in piena estate, il parlamento che dovrebbe convertire i decreti in legge modificando il testo in base alle volontà dei rappresentanti dei cittadini (siamo o no una repubblica parlamentare?) è in ferie nonostante sia stato prorogato lo stato di emergenza, si promettono circolari che però risultano chiaramente in contrasto con quanto previsto dal decreto legge preparando così il campo a ricorsi a eventuali sanzioni.

E in tutto questo il Ministro della salute annuncia trionfale che il numero di download dei codici scaricati è eccezionale dimenticando che, forse, se è dovuto ricorrere a obblighi vaccinali per alcune categorie e a ricatti a colpi di lasciapassare forse tanta volontà di vaccinarsi da parte degli italiani non c’è…

Intanto, mentre i parlamentari sono in ferie, ogni associazione di categoria emette comunicati stampa in cui parla di esenzioni per le loro attività da obbligo di greenpass per salvaguardare gli incassi mancati a causa dei decreti legge del “governo dei migliori”: è il caso di Federterme che ringrazia il Ministero della salute perché “nelle 320 strutture associate non servirà l’attestato di vaccinazione” nonostante il decreto al punto f parli espressamente di “centri termali” (art.9 bis comma 1), oppure il caso di alcuni parchi acquatici come Atlantica di Cesenatico che si è autodefinito “equiparabile alle piscine all’aperto” nonostante lo stesso decreto parli di “parchi tematici e di divertimento”.

Un parco acquatico con scivoli non è una piscina all’aperto, capiamo che il crollo degli incassi è più importante ma altrimenti quali sarebbero i parchi a tema e di divertimento se non gli acquapark?

Il greenpass, conferma del FALLIMENTO VACCINALE, non piace a nessuno. Che queste associazioni di categoria abbiano il coraggio di dirlo chiaramente! E la pezza che il governo sta cercando di mettere è peggiore del buco visto che ognuno sta decidendo da solo e si fanno a pezzi i principi fondamentali del diritto con comunicati sui giornali e circolari che dovrebbero valere più dei testi dei decreti legge.

Intanto ricordiamo che dal 1 settembre, secondo lo stesso Governo che adesso sta in vacanza, milioni di lavoratori della scuola dovrebbero essere sospesi senza stipendio per effetto dello stesso greenpass che nessuna categoria produttiva vuole, con un testo di legge che è in palese violazione con il regolamento europeo su cui si basa e che rischia di acuire ancora di più la forte tensione sociale creata.

I nostri consigli rimangono sempre gli stessi:

NON cedete a nessun ricatto, i decreti legge dovranno essere convertiti e sarà impossibile non tenere conto delle proteste delle categorie produttive.

MANIFESTATE dove possibile contro il greenpass, non accontentiamoci di queste circolari che cercano di stemperare i toni della polemica. I decreti legge devono essere CANCELLATI in modo che non ci si trovi davanti a sceriffi che si sentono legittimati da chiedere QR code o di inserire simboli per riconoscere “coloro che non hanno il greenpass”.

BOICOTTATE tutte le attività che richiedono il greenpass e che ora cercano di smarcarsi. Finché la legge è in vigore non è un articolo di giornale che vi consente di frequentare luoghi che il decreto legge recita espressamente oggetto di greenpass. Le associazioni di categoria devono chiedere la cancellazione e solo i mancati incassi potranno portare a questa decisione, altrimenti ci ritroveremo nella situazione in cui la legge rimane e si creano precedenti pericolosi per il futuro solo perché come al solito guardiamo solo al nostro orticello.

IL PERSONALE SCOLASTICO pretenda di essere rappresentato dai sindacati pena la disdetta di iscrizione. Scrivete ai sindacati a cui siete iscritti richiedendo il rispetto della libertà di scelta e del diritto al lavoro: BOICOTTATE chi dovrebbe rappresentarvi e non lo fa!

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AVANTI COSÌ – BOICOTTIAMO IL GREENPASS

 

Post Facebook: https://www.facebook.com/1325093637548307/posts/4358204947570479/?d=n

Continuano i crolli degli incassi per le attività soggette ad obbligo di greenpass. Mentre il governo sbandiera numeri entusiasmanti per il numero dei download dei qr code continuano ad arrivare lamentele dei gestori a dimostrazione che abbiamo in mano la forza per rompere questo sistema!

RINUNCIAMO A QUALCOSA OGGI PER FERMARE QUESTA DERIVA FOLLE!

AQUAFAN RICCIONE

Crollo nella vendita dei biglietti: il 60% in meno rispetto ai giorni precedenti. «Un dato eclatante nel periodo migliore, solo ad agosto facciamo la metà dei ricavi di tutto l’anno, ci saranno ripercussioni pesanti», annuncia a Linkiesta Patrizia Leardini, amministratore delegato di Aquafan

LEOLANDIA

«È un danno enorme», spiega Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e patron di Leolandia. «Il 60 per cento di chi non ha ricevuto nemmeno la prima dose sono nostri potenziali clienti. Ci secca essere considerati un’attività a rischio, operiamo all’aria aperta e non c’è stato nessun contagio, nemmeno tra i dipendenti»

Fonte: https://www.linkiesta.it/2021/08/parchi-acquatici-divertimenti-green-pass-mirabilandia/

FORSE MEGLIO CHIUDERE

Luciano Pareschi del  parco Caribe Bay di Jesolo parlando del Green pass non lascia spazio ad interpretazioni. “Tutti i parchi d’Italia lamentano un calo di entrate dal 40 al 60 per cento. A queste condizioni forse è meglio chiudere”

Fonte: https://video.nuovavenezia.gelocal.ithttps//video.nuovavenezia.gelocal.it/locale/pareschi-caribe-bay-green-pass-perdite-fino-al-60-per-cento/147627/148280

RISTORANTI VERSILIA

“Purtroppo c’è stata qualche cancellazione perché tanti sono vaccinati ma i figli minorenni ancora no, e quindi devono rinunciare. ma devo essere io il controllore? Che ci stanno a fare gli organi pubblici? Come facciamo a chiedere anche i documenti di identità dopo aver scansionato il Qr con l’App del cellulare?”

Fonte: https://www.lanazione.it/viareggio/cronaca/vaccino-sputnik-1.6670724

SPETTACOLI ANNULLATI

“Abbiamo dovuto registrare una pioggia disdette alle prenotazioni già effettuate e il numero elevato di rinunce purtroppo non ci permette di garantire un pubblico (già ridotto del 50 per cento della capienza a causa del distanziamento) adeguato a uno spettacolo di livello internazionale come quello della compagnia Balletto del Sud diretto da Fredy Franzutti – prosegue la direttrice artistica”

Fonte: https://raffaelepalermonews.com/savona-pioggia-di-disdette-per-lentrata-in-vigore-del-green-pass-salta-il-balletto-serata-romantica-al-priamar/

DISDETTE IN CINEMA E RISTORANTI

Cominciano ad arrivare le disdette nei locali e nei cinema. Dalla scorsa settimana le prenotazioni si sono dimezzate.

Una partenza  in salita per le attività, come bar e ristoranti, chiamate a controllare il Green Pass ai clienti che vogliono sedersi all’interno dei locali. Prime disdette e clienti che si rifiutano di fornire i dati. Lo spiega ai microfoni di Icaro Gianni Indino, presidente di Confcommercio. “Se il buon giorno si vede dal mattino, dice, siamo messi molto male“.

Fonte: https://www.pressreader.com/italy/corriere-del-veneto-treviso-e-belluno/20210807/281706912736185

E https://www.newsrimini.it/2021/08/green-pass-inizio-in-salita-per-bar-e-ristoranti-indino-prime-disdette/

CALANO LE PRESENZE ALLE TERME DI GENOVA

Per gli ingressi venerdì è stata una giornata negativa rispetto ai giorni precedenti. Il direttore: “Potremmo ospitare apparecchio e staff ed eseguire i test qui”

Fonte: https://www.ilsecoloxix.it/genova/2021/08/06/news/green-pass-a-genova-le-terme-al-contrattacco-tamponi-all-entrata-per-frenare-le-disdette-1.40575443

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Se non finisce bene, vuol dire che non è finita

Staff C.Li.Va.

“LA VARIANTE DELTA BUCA IL VACCINO”

https://www.facebook.com/1325093637548307/posts/4352316001492707/?d=n

 

“L’aumento dei casi in Florida sta portando a parlare insistentemente di «breakthroughs», cioè delle cosiddette ‘rotture’, quando si dice cioè che un vaccino antinfluenzale «non ha funzionato”

La variante Delta, scrive la scienziata, «è diventata scivolosa e sfuggevole come un’anguilla», e le maglie del vaccino si stanno dimostrando un po’ troppo larghe per fermare a pieno il virus. «Il muro di anticorpi indotti dai vaccini oggi in commercio era stato costruito per proteggerci da un virus che non è più lui

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6 AGOSTO – IN VIGORE IL DL 105 LASCIAPASSARE (GREENPASS)

https://www.facebook.com/1325093637548307/posts/4349182615139379/?d=n

 

Oggi 6 Agosto entra in vigore l’obbligo di presentare il greenpass per accedere a tantissime attività sociali, sportive, culturali e ricreative.

Si scrive oggi un’altra pagina INDECENTE della storia italiana, con la complicità di tutte le forze politiche e supportate dalla stampa che è ormai un organo di propaganda governativa volta a zittire critiche, mistificare qualsiasi dato oggettivo e a prendersi gioco di chiunque ponga dubbi.

Le prospettive sono purtroppo negative con le voci di estensione di questo ricatto sanitario travestito da “lasciapassare per la libertà” in ulteriori ambiti.

A noi cittadini il compito di RESISTERE: non ci sono ricette magiche, non ci sono soluzioni, non ci sono certezze.

Ognuno metta il suo contributo con piccoli ma significativo gesti:

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IL GREENPASS NON FUNZIONA!

Giornali e media stanno giustificando l’obbligo di accesso a servizi ed attività con greenpass come necessario per garantire la sicurezza. Ma non è così, in poche settimane ci sono già numerosi casi di eventi che hanno riscontrato poi casi di COVID-19 fra chi ha il “lasciapassare”.

Il vaccino non sempre immunizza.

Il vaccino non previene il contagio.

Il vaccino non ha una durata certa nel tempo.

Il vaccino non ha un’efficacia alta nei confronti della variante Delta.

Il greenpass è un RICATTO, la conferma del FALLIMENTO VACCINALE.

 

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PERCHE’ PROTESTIAMO CONTRO IL GREENPASS?

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In questi giorni la logica del “divide et impera” ha raggiunto i massimi livelli fra la popolazione sul tema del greenpass obbligatorio a partire dal prossimo 6 Agosto. Premesso che è impossibile convincere chi affida il proprio pensiero affidandosi agli spot di Mara Venier e Paolo Bonolis o alla comunicazione scientifica di Piero Pelù e Claudio Amendola, vogliamo spendere due righe per dire, molto serenamente, le motivazioni di chi in queste settimane partecipa alle manifestazioni di protesta contro il greenpass obbligatorio.

Perché protestiamo? Ci è capitato di sentirci fare questa domanda da parenti o colleghi quando hanno saputo che avremmo partecipato a una delle tantissime proteste che quotidianamente vengono organizzate sul territorio, proviamo a rispondere analizzando i motivi sotto vari punti di vista. Non vogliamo convincere nessuno, auspichiamo solo che qualcuno voglia capire perché le persone protestano e magari capire che la logica di costruire due fazioni fra la popolazione è il solito schema per introdurre misure di legge restrittive e discriminatorie a cui tutti dovremmo ribellarci. Analizziamo le motivazioni sotto quattro aspetti principali:

1) Aspetto sanitario

2) Aspetto economico

3) Aspetto legale

4) Aspetto pratico

1 – ASPETTO SANITARIO

“Con il green pass gli italiani possono contare a esercitare le proprie attività e divertirsi con la garanzia di trovarsi con persone che non sono contagiose.”

Con queste parole il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha giustificato in conferenza stampa l’estensione dell’obbligo del greenpass a tantissime attività sociali e culturali, eppure questa affermazione non trova riscontro nelle fonti ufficiali dell’Istituto superiore di sanità e neanche nelle recenti dichiarazioni di medici.

Dal sito ISS infatti leggiamo “Anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione bisognerà continuare a osservare misure di protezione nei confronti degli altri, come la mascherina, il distanziamento sociale e il lavaggio accurato delle mani. Ciò sarà necessario finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus ad altri.”

Ovvero, ad oggi, non esiste evidenza scientifica per cui un soggetto vaccinato non possa contagiare gli altri. 

Pochi giorni fa il Dottor Fauci ha dichiarato che “anche le persone che sono state vaccinate possono a loro volta trasmettere il virus ad altri” riferendosi alla variante delta, ormai dominante in Italia rispetto alle precedenti varianti del virus. Nonostante alcuni giornali italiani abbiano provato a mitigare queste dichiarazioni la decisione dei CDC americani di reintrodurre le mascherine al chiuso anche ai vaccinati è la prova che, pur se i media stanno cercando di limitare i danni prodotti all’immagine del vaccino dopo queste dichiarazioni arrampicandosi sugli specchi, in questo momento la vaccinazione NON impedisce il contagio e non ci sono certezze sull’efficacia del vaccino che è stato prodotto sul virus originario.

Oltre a questo vogliamo anche evidenziare come la durata della protezione del vaccino Pfizer sia ancora incerta. Uno studio di pochi giorni fa pubblicato su The Lancet parla di una riduzione significativa in 10 settimane mentre il greenpass attualmente ha una validità ben superiore, ovvero 9 mesi.

A quale “garanzia di trovarsi con persone che non sono contagiose” si riferisce quindi il Presidente del Consiglio quando giustifica il decreto legge per restringere le libertà costituzionali?

L’obbligo di greenpass, da un punto di vista sanitario, non è giustificato visto che non è una misura per ridurre i contagi: il vaccino non impedisce il contagio, non viene verificata l’effettiva risposta anticorpale nei soggetti vaccinati (ma basta aver ricevuto la dose per avere il “lasciapassare”) e la durata degli anticorpi potrebbe essere ben inferiore al tempo di validità del greenpass decisa dal Governo.

2 – ASPETTO ECONOMICO

L’economia italiana ha risentito molto della pandemia da Covid19. Moltissime attività sono state chiuse in questi 18 mesi di “emergenza” , una stima ISTAT di fine 2020 parla di 73.000 imprese chiuse, il 7% del totale. Il motivo per cui molti di coloro che protestano sono proprio i gestori di attività commerciali è che questo decreto rischia di rendere ancora inferiori i consumi. Quante famiglie saranno disposte a vaccinare i figli 12 enni per poter andare a mangiare una pizza? E quanti avranno voglia e soldi di fare un tampone per poter andare al cinema?

I primi segnali che arrivano dopo l’annuncio del greenpass del resto parlano chiaro: prenotazioni crollate nelle agenzie di viaggi , utenti in fuga da piscine e palestre , disdette e richieste di rimborsi per i parchi di divertimento .

Il rischio è di uccidere l’economia in modo definitivo, con un aumento ulteriore di attività che saranno costrette a chiudere per la diminuzione degli incassi. Ricordiamo oltretutto che le attività oggetto di uso greenpass risulteranno di fatto “aperte” quindi non è previsto nessun aiuto statale nonostante un calo della clientela dovuto alle restrizioni. La percentuale di vaccinati decresce con l’età, di fatto le fasce d’età che frequentano bar, ristoranti, parchi divertimento e palestre sono quelle con una percentuale di vaccinati inferiore, questo comporterà di fatto una riduzione sensibile dei clienti potenziali di ogni attività colpita. Inoltre il greenpass viene rilasciato solo dopo 15 giorni dalla somministrazione, quindi ipotizzando anche che qualcuno sia obbligato a vaccinarsi per non rinunciare alle attività sociali avrà comunque un periodo in cui sarà escluso dalle attività.

3 – ASPETTO LEGALE

All’interno del decreto 105 si fa riferimento ai regolamenti del parlamento europeo 953/954 per il cosiddetto “certificato COVID digitale dell’UE”. Il Governo, sempre attento a prendere spunto dall’Europa, si è stranamente dimenticato che all’articolo 36 è riportato: “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate (anche per scelta)” e che “il regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un obbligo a essere vaccinati”.

Ora prendiamo il caso della richiesta del greenpass per accedere a piscine o palestre: è secondo voi di fatto un obbligo vaccinale o no chiedere un tampone ogni 48 ore (l’unica alternativa per avere il greenpass senza vaccinarsi)?

Dal nostro punto di vista non è sostenibile farsi un tampone ogni 48 ore per accedere ad attività abituali come queste. Di fatto con questo decreto il Governo ha quindi introdotto un obbligo vaccinale mascherato per accedere alle attività sportive.

Questo è ovviamente solo un esempio, perché anche se parliamo di cinema ci troviamo di fronte di fatto a un obbligo vaccinale: un tampone medio costa fra le 20 e le 40 euro. Secondo voi una famiglia di 4 persone dovrebbe spendere, oltre al costo del biglietto, fra le 80 e le 160 euro per sottoporsi a tampone per andare a vedere un film? Di fatto anche questo evidenzia come la richiesta di greenpass per accedere al cinema sia un obbligo vaccinale mascherato, in palese violazione del regolamento europeo a cui fa riferimento.

4 – ASPETTO PRATICO

Siamo italiani, sappiamo bene quanto l’efficienza non sia di certo il nostro punto di forza. Immaginate ora la praticità di chiedere QR code e documenti a tutti i partecipanti di un tavolo di una pizzeria di sabato sera. Senza contare che l’onere di controllare spetta al locale secondo il DL 105, con conseguente aggravio dei compiti del personale che già deve controllare distanza, mascherina, presenza del gel igienizzante e cartelli di segnaletica per i percorsi di entrata/uscita.

O ancora immaginate una cena in un ristorante all’aperto (quindi senza richiesta di greenpass) con un improvviso acquazzone: i clienti verrebbero spostati in una sala interna e chi non ha il greenpass continua a mangiare sotto la pioggia?

E immaginate a quali scene assisteremo con i turisti stranieri, stupiti da questa follia tutta italiana di richiedere codici a barre e fogli per poter mangiare una pizza o bere un caffè a un tavolo.

Sul rilascio dei codici a barre poi si apre la pagina della meravigliosa burocrazia italiana: codici non rilasciati per errore, numeri verdi intasati per avere informazioni e certificati persi perchè la vaccinazione non è stata correttamente registrata. E sarà ancora più difficile con i tamponi, visto che la validità è di sole 48 ore dall’effettuazione (non dal risultato), con il concreto rischio di non partecipare ad eventi o cene perchè il risultato del tampone non è arrivato in tempo per poter mostrare il codice all’ingresso.

Senza volerci dilungare ulteriormente risulta evidente che il greenpass è una complicazione nella nostra vita con la falsa sensazione di sicurezza. L’incapacità del vaccino di impedire il contagio e l’obbligo di utilizzo in attività abituali rischiano di affossare l’economia italiana ulteriormente senza nessun vantaggio in termini di salute pubblica.

Chiudiamo solo con due ulteriori riflessioni: non pensate che avendo fatto il vaccino questa protesta non vi riguardi. Si prospetta già l’obbligo di terza dose per avere il greenpass , legare la possibilità di accedere a luoghi aperti al pubblico all’effettuazione di una vaccinazione vi rende di fatto obbligati a vita a seguire il calendario che verrà deciso. La seconda riflessione è che nel decreto è ben esplicitato che le attività che sono aperte con obbligo di greenpass “nelle zone gialla, arancione e rossa, laddove i servizi e le attività di cui al comma 1 siano consentiti e alle condizioni previste per le singole zone”. Questo significa che qualora ci siano zone rosse locali o qualche regione diventi arancione o rossa le attività oggi aperte con greenpass potrebbero essere chiuse per tutti. E’ già successo ad esempio in alcuni paesi dove con ordinanze sono state istituite zone rosse locali con la chiusura di negozi, bar e ristoranti.

Il greenpass non è un lasciapassare ma solo un modo, in piena estate, di spingere una campagna vaccinale che sta fallendo. L’anno scorso, senza nessuna vaccinazione, del resto tutte le attività erano aperte per tutti e senza QR code da mostrare in giro. Appare quindi evidente che la vaccinazione, e di conseguenza il greenpass, è di fatto oggi obbligatoria e il greenpass solo un ricatto a cui tutti dovrebbero ribellarsi perché relegare le proprie libertà a dei lasciapassare con tutte queste criticità è un pericoloso precedente, per tutti.

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BOICOTTAGGI? ALLORA VUOL DIRE CHE IL POPOLO IN PIAZZA SPAVENTA

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Di ritorno dalla manifestazione di ieri 27 luglio a Roma vogliamo condividere con voi i nostri pensieri, le nostre riflessioni: il popolo in piazza è fastidioso, troppo costante ultimamente, va disperso ed allontanato dai palazzi di potere.

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COSA SUCCEDE IN UK?

https://www.facebook.com/1325093637548307/posts/4319920384732269/?d=n

Vi ricordate gli Europei di calcio? Stadio pieno a Londra, bar e locali affollati di tifosi di ogni nazione, e grandi critiche dagli “scienziati” di casa nostra per le riaperture che avrebbero scatenato un ondata di contagi inarrestabile.

Il virologo Pregliasco: “Troppi rischi lo stadio a Londra. Focolai dopo le gare di Euro 2020”

Fonte: https://www.tuttomercatoweb.com/euro-2020/il-virologo-pregliasco-troppi-rischi-lo-stadio-a-londra-focolai-dopo-le-gare-di-euro-2020-1555940

Euro 2020, è polemica sulle finali a Londra. Burioni: “Uefa ottusa e irresponsabile”

“L’ottusa irresponsabilità dell’Uefa che si rifiuta di spostare le partite degli Europei da una città dove esiste un grave pericolo di contagio è inaccettabile”, attacca su Twitter il virologo Roberto Burioni. Che se la prende anche con l’inerzia degli Stati: “Inaccettabile anche che i Paesi sovrani lo accettino, mettendo a rischio la salute dei loro cittadini”.

Fonte: https://www.dire.it/01-07-2021/649711-euro-2020-polemica-finali-londra-burioni-uefa-ottusa-irresponsabile/

Bene,a distanza di qualche settimana, con qualche star da salotto italiana che ancora parla di aumento dei contagi per i festeggiamenti in piazza degli europei, stranamente sui giornali nessun commento sul CROLLO dei contagi avvenuto in Inghilterra in questi giorni.

Leggiamo sul Times : “Casi di Covid19 ancora in discesa. Per il sesto giorno consecutivo i casi sono in discesa”

Fonte: https://www.thetimes.co.uk/article/covid-19-cases-fall-again-as-pandemic-starts-retreat-rv52crk7c

Ancora convinti che l’informazione in Italia sia chiara e corretta?

Ancora convinti che le decisioni di chiudere e aprire negozi, attività , parchi e scuole influenzino davvero il numero di contagi?

È un caso che non appena la campagna vaccinale rallenta,con il rischio di non smaltire le dosi acquistate dal Governo, si minaccino chiusure e sbarramenti con il greenpass inventandosi numeri e tacendo su cosa succede all’estero?
Eppure ricordiamo bene i titoli terroristici quando in Inghilterra salivano i contagi con il Premier Draghi (quello che si permette di dire in conferenza stampa che “l’invito a non vaccinarsi è invito a morire”) chiedeva addirittura il cambio di sede della finale.
E adesso? Nessuna notizia ovviamente , perché a nessuno possa venire il dubbio che le scelte politiche sul tema sono legate a tutto meno che, purtroppo, alla salute di noi cittadini.

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Se non finisce bene, vuol dire che non è finita

Staff Cliva