IL GOVERNO DEI MIGLIORI!

 

In Italia abbiamo la bellissima abitudine di dare un soprannome a tutto, per facilitare la comunicazione sui giornali per esempio il Governo Draghi attualmente in carica è stato soprannominato “il governo dei migliori”. E noi saremmo felici se ai soprannomi dati sulla fiducia seguissero anche fatti concreti a conferma del nome attribuito. Ma ci riesce davvero difficile definire “migliore” un Governo che, dopo aver introdotto per decreto legge l’obbligo vaccinale anti Covid19 per il personale sanitario, ne emana uno nuovo che limita la libertà personale in modo ingiusto e inutile. All’articolo 9 del decreto “riaperture” (1) (a proposito di nomi di fantasia e privi di corrispondenza pratica) infatti il Governo ha appena istituito le “certificazioni verdi Covid-19” (2) segnando nuovi sbarramenti alla libera circolazione delle persone.

E così nel decreto “riaperture” il Governo chiude la mobilità regionale introducendo questo documento che viene rilasciato al verificarsi di una delle seguenti condizioni:

  1. Vaccinazione Covid-19 effettuata: durata del certificato “sei mesi a far data dal completamento del ciclo vaccinale” (comma 3)
  1. Avvenuta guarigione: durata del certificato “sei mesi a far data dall’avvenuta guarigione” (comma 4) a meno che non si venga identificati di nuovo come caso positivo.
  2. Tampone (molecolare o antigenico rapido): durata del certificato “48 ore dall’esecuzione del test” (comma 5)

Viene specificato che in tutti i casi la certificazione sarà rilasciata “in formato cartaceo o digitale” su richiesta dell’interessato e che la legge rimarrà in vigore fino “alla data di entrata in vigore degli atti delegati per l’attuazione delle disposizioni di cui al regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio […] per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificazioni interoperabili relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione per agevolare la libera circolazione all’interno dell’Unione Europea durante la pandemia di COVID-19 che abiliteranno l’attivazione della Piattaforma nazionale – DGC” (comma 9).

In pratica questa certificazione verde Covid-19 anticipa il provvedimento che sarà varato dal Parlamento Europeo nelle prossime settimane, il cosiddetto “passaporto vaccinale”.

E questa fretta di far partire il certificato traspare anche leggendo il comma 10: “In attesa che venga istituita la struttura dell’identificativo univoco delle certificazioni verdi COVID-19 e del codice a barre interoperabile che consente di verificare l’autenticità, la validità e l’integrità delle stesse, l’indicazione dei soggetti deputati al controllo delle certificazioni, i tempi di conservazione dei dati raccolti ai fini dell’emissione delle certificazioni, e le misure per assicurare la protezione dei dati personali contenuti nelle certificazioni.”

Quindi mentre assistiamo, nonostante le tante promesse dei vari Ministri dell’istruzione succeduti e i  mirabolanti investimenti nell’edilizia scolastica, alla conclusione del secondo anno a-scolastico con milioni di studenti ancora fuori dalle classi perché non si è riusciti a trovare una soluzione, il “Governo dei migliori” anticipa questo “passaporto vaccinale” senza aver istituito nessuna piattaforma digitale a protezione dei dati e senza aver definito precisamente come questi dati verranno trattati. Una fretta che senza ombra di dubbio serve solo a cercare di spingere gli indecisi alla vaccinazione promettendo loro di poter tornare a circolare liberamente fra le regioni italiane evitando così di doversi sottoporre a tamponi continuativi (e costosi…).

 

La follia della norma è palese, ed è una follia che non trova riscontro né a livello scientifico né a livello di utilità ai fini di prevenire i contagi. Ci sarebbero paginate di motivazioni a riguardo ma ci limitiamo ai tre punti più significativi:

 

  • I dubbi dell’Oms sui passaporti vaccinali: “Essere vaccinati può non impedire la trasmissione” (3). Perfino l’OMS ha dubbi sull’utilità scientifica di questo tipo di provvedimenti. Essere vaccinati infatti non impedisce la trasmissione del virus. Per cui “i passaporti per le vaccinazioni potrebbero non essere una strategia efficace”. Se in passato i governi italiani si sono appellati all’OMS per giustificare i propri provvedimenti in tema scelte di politica sanitaria, ci troviamo oggi a un governo che introduce una norma di politica sanitaria senza che il riferimento scientifico principale ne evidenzi alcun riscontro di utilità. Nonostante i tanti proclami del governo, che giustifica questa compressione della libertà di circolazione con “la sicurezza delle riaperture”, i fatti ci dicono che i vaccinati possono comunque contrarre la malattia e (non da meno) contagiare gli altri. E se così non fosse perché i vaccinati devono continuare a indossare mascherine protettive e a fare quarantena in caso di contatto con un positivo?

 

  • Gravi criticità per i “pass vaccinali”. Il Garante privacy invia un avvertimento formale al Governo (4)

Secondo l’avvertimento formale inviato dal Garante privacy è richiesto “un intervento urgente a tutela dei diritti e delle libertà delle persone”. Inoltre “il cosiddetto decreto riaperture non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali”.
Quindi, oltre a non avere riscontro nella comunità scientifica, il pass introdotto per decreto legge è ampiamente in contrasto con il dettato normativo sulla privacy.

 

 

  • Pass vaccinale, Burioni: “Tampone negativo non ha alcun senso” (5)

Chi l’avrebbe mai detto che avremmo citato il Professor Burioni in un nostro articolo? Il “governo dei migliori” è riuscito in questa impresa. Ma del resto pensare di utilizzare ancora i tamponi come parametro di “salute” e quindi di permettere di circolare con un esame negativo è un’assoluta follia. Ogni tanto basterebbe guardare i Paesi che hanno già fatto questi esperimenti per fermarsi prima di spendere tempo e risorse in folli sbarramenti e deliri di onnipotenza. Il Canada ha riscontrato oltre 1000 positivi nonostante tre tamponi obbligatori per ogni passeggero (1 alla partenza e 2 all’arrivo). Come si può pensare di giustificare un provvedimento di sbarramento all’interno del territorio nazionale (garantito dalla Costituzione) quando è evidente l’inutilità di questa norma (6)? E come se non bastasse l’assoluta inutilità non possiamo non far notare come il tampone con validità 48 ore sia inapplicabile nella pratica. Supponiamo che una famiglia di 4 persone voglia fare una vacanza al mare durante la prossima estate. Partenza domenica mattina, questo vuol dire che i 4 componenti della famiglia, di tasca loro, dovrebbero sottoporsi a un tampone il venerdì precedente alla partenza sperando che non ci siano intoppi “burocratici”. E se per qualche motivo il laboratorio non riuscisse a fornire il risultato a tutti e 4 i componenti della famiglia entro il sabato cosa dovrebbe fare quella famiglia? Rinunciare alla vacanza perché non sarebbe in grado di avere un foglio (inutile) entro la partenza? E non si potrebbe neanche prendere qualche giorno di anticipo per sicurezza perché se venisse fatto, ad esempio, il giovedì pomeriggio questo non sarebbe già più valido la domenica, giorno della partenza. Difficile pensare che questo “decreto riaperture” possa spingere gli italiani a investire denaro per una vacanza nella prossima estate; sappiamo tutti purtroppo come la burocrazia italiana non sia delle più efficienti, il rischio di vedersi cancellata la vacanza a poche ore dalla partenza dopo aver speso soldi per un documento che scade prima dello yogurt nel frigorifero per un problema nella stampa di questo certificato verde è tutt’altro che poco probabile…

In un colpo solo il “governo dei migliori” è quindi riuscito nell’impresa di rendere scontenti tutti. Un articolo inserito in un decreto di fretta e privo di logica e utilità. Chissà se in una delle prossime conferenze stampa il Presidente Draghi (dopo che ha criticato i giovani psicologi che si vaccinano passando avanti agli anziani) riuscirà anche a prendersela con qualche cittadino che per farsi il tampone prima del viaggio passerà davanti a qualche anziano con sintomi ritardandone la diagnosi…

Non si può cancellare il diritto di circolazione garantito dalla Costituzione italiana con un articolo (scritto male oltretutto) privo di riscontro scientifico e di difficile applicazione in un Paese che di certo non brilla per efficienza. Capiamo che la diffidenza della popolazione sui vaccini sia alta e che si voglia convincere qualcuno a vaccinarsi promettendo pass meravigliosi, ma questi spot promozionali non possono complicare la vita delle persone introducendo inutili sbarramenti a una popolazione che sta vivendo sulla propria pelle una delle più profonde crisi economiche e sociali di tutti i tempi.

Staff C.Li.Va. Toscana